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Home Economia

Mosca punta sul suo Estremo Oriente. La periferia torna al centro

di Camilla Gironi
17 Marzo 2020
in Economia, Politica e Istituzioni, Politica interna e società russa, Russia, Società e Cultura
Tempo di lettura: 6 mins read
Il porto di Vladivostok (Fonte - Port.today)

Il porto di Vladivostok (Fonte - Port.today)

La regione più orientale della Federazione si appresta a diventare un’economia stabile. Dal tunnel della marginalità si esce grazie al Ministero per lo Sviluppo dell’Estremo Oriente e dell’Artico. Dalle zone economiche speciali agli appezzamenti gratuiti.​

​Un budget di 58,9 miliardi di rubli per il 2020, più di 1700 progetti di investimento avviati, 237 nuove imprese, 42 leggi federali e 191 decreti sono solo alcuni dei dati che confermano l’operato di un ente particolare. Istituito nel 2012, il Ministero per lo Sviluppo dell’Estremo Oriente e dell’Artico rappresenta oggi un organo esecutivo federale di fondamentale importanza per le grandi sfide e le prospettive future della regione in ambito economico.

La regione dell’Estremo Oriente, infatti, necessitava da tempo di un’autorità che potesse agevolare una crescita economica a causa delle tante piaghe che la affliggono. Tra gli ostacoli maggiori vi è la dislocazione rispetto alla parte europea, la questione demografica, lo scarso avanzamento tecnologico, gli elevati prezzi dei beni di consumo e dei trasporti e molto altro ancora. Tuttavia, il potenziale di sviluppo della regione è notevole e coinvolge i settori più disparati: dal gas naturale al legname, dall’itticoltura all’industria navale, dai centri di ricerca al turismo.

Ma quali sono gli ingredienti per una nuova e solida economia regionale?

Tra le agenzie che sono state istituite come primo passo a livello organizzativo troviamo quella per lo Sviluppo del Capitale Umano[1], che si occupa di attrarre forza lavoro e favorire i processi migratori, e l’Agenzia per l’Export e gli Investimenti dell’Estremo Oriente[2]. Se una delle priorità sta proprio dell’aumento dell’attrattività degli investimenti, allora gli ultimi numeri sono abbastanza confortanti. L’ultimo bilancio regionale, infatti, vede l’Oblast’ di Amur al primo posto per crescita di investimenti locali ed una crescita economica annua di tutta la regione dell’Estremo Oriente russo del 4%.

[1] Agentsvo po razvitiju čelovečeskogo kapitala na Dal’nem Vostoke

[2] Agenstvo Dal’nego Vostoka po privlečeniju investitsij i podderžke eksporta

L’attuale Ministro per lo Sviluppo dell’Estremo Oriente e dell’Artico Alexander Koslov a colloquio con il Presidente Vladimir Putin (Fonte: Kremlin.ru)

Di pari passo all’istituzione di nuove agenzie vi è la creazione di zone economiche speciali (ZES[3]). Secondo l’ultimo bollettino del Ministero del dicembre 2019, le ZES ammontano a ben 20 nella regione e beneficiano di particolari agevolazioni fiscali ed amministrative con lo scopo di aumentare gli investimenti privati, accelerare lo sviluppo e migliorare le condizioni di vita della popolazione locale. Proprio lo scorso 11 marzo si è tenuto un congresso per il piano delle prospettive di sviluppo della ZES di Nikolaevsk nel territorio di Chabarovsk. Il piano, mirato in particolare a sfruttare le risorse idriche sia del fiume Amur che del vicino Mar di Ochotsk, vede in prima linea un nuovo sistema di rete elettrica da realizzare entro ottobre 2020.​

Un’ulteriore chiave di sviluppo riguarda il porto di Vladivostok, che rappresenta il maggior porto per estensione e traffico di merci russo sull’Oceano Pacifico e che dal luglio 2015 gode di un regime speciale per quanto riguarda esenzioni doganali, fiscali e di altro genere, tra le quali una diminuzione dei tempi previsti per effettuare ispezioni sulle merci. La zona economica libera del porto comprendeva inizialmente 15 centri abitati, per poi essere estesa oggi ad altri territori come Primorskij, Kamchatskij, Chabarovskij, all’Oblast’ di Sachalin e alla Čukotka. Questo regime ha inoltre permesso un’opera di modernizzazione della cantieristica navale per 3,1 miliardi di rubli, che inizierà quest’anno e che si prevede possa dare i suoi frutti entro il 2025. Un enorme ruolo qui viene svolto da Zvezda, rimanenza della vecchia impresa sovietica, riorganizzata ed espansa dal 2009 per volere di Putin.

Non è solo il trasporto marittimo ad essere decisivo in questo senso, bensì anche le reti di trasporto via terra che attraversano i diversi territori per giungere fino al porto di Vladivostok. Corridoi merci di questo tipo sono rappresentate nella regione da Primorye-1 e da Primorye-2, che oltre ad avere un impatto a livello di export, restano cruciali per lo sviluppo socioeconomico della regione e per la costruzione di infrastrutture sempre più all’avanguardia. Anche lo sviluppo dei collegamenti aerei tra la regione e la parte più occidentale e più popolata della Federazione rientra tra le priorità. Su iniziativa dell’ex primo ministro Dmitrij Medvedev, ormai dal 2013 la nuova compagnia aerea Avrora opera in diverse tratte che riescono a raggiungere la regione in meno di 9 ore. Proprio in questi giorni si è discusso del progetto riguardante la ricostruzione dell’aeroporto di Čara all’interno del territorio veramente poco popolato della Transbajkalia.

[3] L’acronimo russo di riferimento è TOR e sta per territorii operežaiuschego razvitija

Cartina delle zone economiche speciali (ZES) (Fonte: Traduzione della cartina del Bollettino economico del Minvostokrazvitija di dicembre 2019

​Come se non bastasse, nel 2016 il Ministero per lo Sviluppo dell’Estremo Oriente e dell’Artico ha varato un’iniziativa[4], secondo la quale sarebbe possibile ottenere un ettaro di terreno agricolo in maniera totalmente gratuita nella regione. La legge, con lo scopo di neutralizzare i cali demografici e ripopolare la regione, sarebbe stata accolta con entusiasmo, tanto che nel febbraio 2017 in pochi giorni arrivarono quasi 50.000 richieste da parte di cittadini russi e non. Secondo questa iniziativa, le terre potrebbero essere utilizzate per qualsiasi scopo con una clausola ben precisa, che riguarda l’impossibilità di affittare o vendere il bene per cinque anni dall’acquisizione. A quattro anni di distanza, secondo i dati risalenti alla fine di dicembre 2019, in oltre 75.000 hanno già ricevuto i loro ettari. Dei terreni donati finora il 54% è stato destinato alla costruzione di nuove abitazioni anche grazie al programma Dalnevostočnaja Ipoteka, creato poco più di tre mesi fa appositamente per le giovani famiglie sotto i 35 anni. Il programma, disponibile in varie banche da fine febbraio, favorisce agevolazioni sui mutui per costruire o comprare immobili con un tasso d’interesse molto ridotto, ovvero sotto il 2%. Quest’ultime cifre potrebbero dunque far pensare ad un inizio di ripopolamento e maggiore stabilizzazione demografica della regione.

Il Ministero sarà in grado di livellare lo sviluppo socioeconomico dell’Estremo Oriente russo al pari di quello del resto del paese?

La ricetta giusta per il decollo economico della regione vede tante nuove proposte in ballo. Nonostante i risultati stiano sicuramente tardando ad arrivare, anche a causa di conflitti interni e competizione tra i diversi ministeri coinvolti, dagli indicatori demografici ed economici arrivano i primi segnali positivi. Il resoconto sulla salute economica delle regioni russe, risalente a febbraio 2020, ha infatti evidenziato trend rincuoranti  specialmente per l’Oblast’ di Sachalin. Trattandosi tuttavia di un enorme progetto a lungo termine e su vari fronti, non sarebbe giusto adesso trarre conclusioni affrettate. Nel mese di settembre a Vladivostok si terrà l’annuale Forum economico orientale e, in quanto quinta edizione, quest’anno sarà tempo di bilanci, ma dovremo sicuramente aspettare almeno un’altra decina di anni per determinare la riuscita di questo programma in continua evoluzione.

[4] Zakon o dal’nevostočnom gektare

Tags: DemografiaEstremo OrienteRussiasviluppo
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Camilla Gironi

Camilla Gironi

Coordinatrice desk Bielorussia. Classe 1997, ha concluso il suo percorso triennale in Mediazione linguistica in inglese e russo presso l’Istituto di Alti Studi SSML Carlo Bo di Firenze. Durante la sua carriera universitaria ha studiato in Lituania e in Russia. Attualmente è iscritta al secondo anno del corso magistrale MIREES (Master in Interdisciplinary Research and Studies on Eastern Europe) e svolge un tirocinio presso il think tank Russian International Affairs Council di Mosca.

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