Osservatorio Russia
  • Accedi
  • Registrati
  • Aree
    • Russia
    • Paesi Baltici
    • Bielorussia
    • Ucraina e Moldova
    • Caucaso
    • Asia Centrale
  • Temi
    • Geopolitica
    • Politica e Istituzioni
    • Difesa e Cyber
    • Economia
    • Energia e Ambiente
    • Società e Cultura
    • Diritto e Diritti
    • Storia e Religione
  • Rubriche
    • Recensioni
    • Dietro lo specchio
    • Smolensk
    • L’Orso Polare
    • Le tavole dell’Osservatorio
  • L’Osservatorio
  • Pubblicazioni
sostienici
No Result
Visualizza tutti i risultati
Osservatorio Russia
  • Aree
    • Russia
    • Paesi Baltici
    • Bielorussia
    • Ucraina e Moldova
    • Caucaso
    • Asia Centrale
  • Temi
    • Geopolitica
    • Politica e Istituzioni
    • Difesa e Cyber
    • Economia
    • Energia e Ambiente
    • Società e Cultura
    • Diritto e Diritti
    • Storia e Religione
  • Rubriche
    • Recensioni
    • Dietro lo specchio
    • Smolensk
    • L’Orso Polare
    • Le tavole dell’Osservatorio
  • L’Osservatorio
  • Pubblicazioni
No Result
Visualizza tutti i risultati
Osservatorio Russia
No Result
Visualizza tutti i risultati
Home Ucraina e Moldova

Ucraina 2019 – Tutti contro tutti

di Giusy Monforte
7 Marzo 2019
in Ucraina e Moldova
Tempo di lettura: 6 mins read
Ucraina 2019 – Tutti contro tutti

Il prossimo 31 Marzo quasi 35 milioni di elettori saranno chiamati ad eleggere il nuovo Presidente dell’Ucraina. In realtà, il 12% degli aventi diritto non potrà recarsi alle urne in seguito all’annessione russa della Crimea,  avvenuta nel Maggio del 2014.

Questo appuntamento elettorale detiene già un primo record, che è quello del numero delle richieste di partecipazione. La Commissione elettorale centrale (CEC) ne ha ricevute ben 92, di cui 47 respinte, nella maggior parte dei casi a causa del mancato pagamento della somma di 2,5 milioni di hryvnias (circa 81.700 €) prevista dalla legge ucraina.

Oltre al versamento del deposito, la legge prevede che ogni candidato debba aver presentato la dichiarazione dei redditi nell’anno precedente. Inoltre, deve essere un cittadino ucraino, aver compiuto almeno 35 anni ed essere in grado di dimostrare di aver vissuto in Ucraina negli ultimi dieci.

Osservando i dati raccolti dall’Istituto Sociale Olexander Yaremenko e dal Centro Monitoraggio Sociale, è possibile individuare quelli che potrebbero essere i protagonisti di queste elezioni.

Il 31 marzo circa 35 milioni di Ucraini saranno chiamati alle urne.

​Petro Poroshenko: conosciuto come il “re del cioccolato” per i suoi successi imprenditoriali degli anni Novanta, è il Presidente in carica dal 2014. La sua popolarità è cresciuta proprio in quegli anni per aver sostenuto finanziariamente la rivolta Euromaidan, nonostante si sia poi rifiutato di unirsi al governo Yatsenyuk. Candidato a queste elezioni come indipendente, è membro del blocco Petro Poroshenko (“Solidarietà“), partito conservatore e filo-occidentale. La sua popolarità è scesa dal 54% dei consensi, che gli fecero ottenere la vittoria al primo turno, a circa il 10%. Tuttavia, alcuni esperti continuano a indicarlo tra i favoriti. Le sue carte vincenti potrebbero essere il nazionalismo, che si è risvegliato in modo marcato dopo la crisi della Crimea, e il tentativo di favorire l’affermazione di una Chiesa ortodossa indipendente da Mosca.

Volodymyr Zelensky: Zelensky è la grande novità della scena politica ucraina. Classe 1978, ha ricoperto il ruolo di Presidente dell’Ucraina ma non nella vita reale, bensì nella serie tv “Servant of the People” il cui debutto risale al 2015. Il partito politico SP, con cui si è candidato, prende lo stesso nome della serie ed è stato lanciato un anno fa dalla società televisiva che l’ha prodotta. Il progetto politico di Zelensky, è difficile da definire, si propone come forza nuova e modernizzatrice e sta riscontrando un impressionante successo tra l’opinione pubblica. Complici l’instabilità politica e l’insoddisfazione degli elettori, Zelensky è balzato in cima alla classifica di quasi tutti i sondaggi, con un consenso che oscilla tra il 22% e il 30%.

Yulia Tymoshenko: nata nel 1960, è stata la prima donna a ricoprire la carica di Primo ministro, per quasi tutto il 2005 e dal 2007 al 2010.In Parlamento dal 1996, è leader dell’Unione Pan-ucraina (“Patria“), partito filo-europeo che si posiziona nell’ala del nazionalismo liberale. Nel 2004 è stata tra i promotori della Rivoluzione Arancione, che ha portato poi il leader dell’opposizione Viktor Juščenko alla Presidenza, aggiudicandosi la definizione di “Giovanna d’Arco della Rivoluzione” dai media occidentali. Tuttavia, è stata anche al centro di alcune polemiche, rendendo la sua immagine politica tra le più contraddittorie dell’Ucraina. Fondatrice, insieme al marito, di una compagnia petrolifera, negli anni Novanta viene accusata di aver stoccato ingenti quantità di metano, causando così un aumento delle tasse. Inoltre, nel 2011 viene travolta in un processo per abuso d’ufficio. Nonostante gli scandali continua a riscuotere un certo successo posizionandosi al secondo posto con il 18,5-21% delle preferenze.

Anatoly Hrytsenko: nasce nel 1957 e ha alle spalle una carriera militare di 25 anni. Nel 2005 viene nominato Ministro della difesa durante il governo Tymoshenko, mantenendo la carica con Yanukovich. Il suo partito Posizione civile (GP) si pone come una forza liberale ed europeista, pur condividendo le aspirazioni di un sistema presidenziale dai poteri “rafforzati”. Noto soprattutto per la sua posizione critica nei confronti di Poroshenko, ha sostenuto con forza le accuse di corruzione contro il Presidente. Si presenta alle elezioni per la terza volta e, al momento, si posiziona al quarto posto con un consenso che oscilla tra il 5-12%.

Yury Boyko: originario di Donestk, è nato nel 1958. Precedentemente Ministro dell’Energia e Presidente della compagnia di Stato Naftogaz, oggi è alla guida della Piattaforma di opposizione “Per la vita“, partito socialdemocratico e filorusso. Proprio a causa della natura del partito, alcuni esperti temono che una sua potenziale vittoria possa alimentare le tensioni tra i nazionalisti e i sostenitori di Mosca. Come la Tymonshenko, anche Boyko è stato al centro di diversi scandali, anche se i sondaggi continuano a indicarlo tra i primi cinque candidati, nonostante le probabilità che superi il primo siano quasi nulle.

Un’evoluzione del trend elettorale in Ucraina. Evidente l’ascesa di Zelensky (in verde)

​Oleh Lyashko: nato nel 1972, è capo del Partito Radicale. Lyashko è famoso per il suo approccio non convenzionale e un atteggiamento anti-élite di stampo nazionalpopulista. Il suo obiettivo sarebbe quello di rinnovare l’ambiente politico, rendendolo indipendente dalla classe imprenditoriale ucraina, posizione da molti criticata dati i suoi legami con Rinat Akhmetov, uno degli uomini più ricchi dell’Ucraina, nonché Presidente della System Capital Management. Nel 2014, appena due giorni prima delle elezioni presidenziali, Lyashko ha rivendicato l’attentato all’edificio governativo di Torez che provocò la morte di un sostenitore della Repubblica popolare di Donetsk. Nonostante nei sondaggi non superi il 7%, resta uno dei personaggi più discussi della scena politica ucraina.

Oleksandr Vilkul: nato nel 1974, è stato eletto deputato del Partito delle Regioni nel 2006. Successivamente, con il decreto n. 384/2010 del Presidente dell’Ucraina Viktor Yanukovich, è stato nominato presidente dell’amministrazione statale regionale di Dnipropetrovsk e nel 2012 ottiene la nomina di vice Primo Ministro. Vilkul è appoggiato dal Blocco dell’opposizione (OB), fondato dopo l’esperienza di Euromaidan, e caratterizzato da un forte euroscetticismo e un chiaro sentimento filorusso. Attualmente i sondaggi lo attestano al 4%, le probabilità di vittoria, quindi, sono abbastanza esigue.

Olexandr Shevchenko: Conosciuto come attivista per i diritti sociali, ha istituito nel 2013 il Fondo di beneficenza omonimo. L’ente sostiene diversi programmi, dalla realizzazione di sedie a rotelle per i disabili, a progetti di sviluppo urbanistico. Oltre alle attività sociali, è stato direttore a responsabilità limitata della società «Skorzonera». Deputato dal 2010, è membro partito nazionalista Associazione ucraina dei patrioti (UKPOP) fondato nel 2015. Shevchenko ha annunciato che i suoi obiettivi principali, in caso di vittoria, sono eliminare le tensioni nell’Ucraina orientale e restituire una vita dignitosa alla popolazione, attraverso l’elaborazione di un piano di sviluppo regionale. Nonostante si sia dichiarato in diverse occasioni “fiducioso“, il suo rating si aggira al 3%.

Ihor Smeshko:  Il generale Ihor Smeshko, 64 anni, è stato a capo dell’Intelligence del Ministero della difesa, dal 1997 al 2000. Per il suo ingresso in politica si deve aspettare il 2010, anno in cui fonderà, insieme ad altri membri dell’Intelligence, il partito ucraino Forza e onore (SICH). Nel 2014 viene nominato da Poroshenko come suo consigliere e, successivamente, ha guidato il comitato di intelligence sotto la presidenza. indipendente, promuove l’attuazione di una serie di riforme volte al rafforzamento militare e all’affermazione dell’Ucraina come Stato sovrano e indipendente. Alcuni osservatori considerano le aspirazioni di Smeshko come autoritarie e rischiose per l’evoluzione del sistema democratico. Come nel caso di Shevchenko, il suo rating non supera comunque il 3%.

Restano fuori dall’elenco Andriy Sadovyi e Evgeny Murayev, che pur rientrando tra i primi dieci candidati hanno ritirato la loro candidatura in sostegno, rispettivamente, di Anatoly Hrytsenko e Oleksandr Vilkul.

Dalle preferenze degli elettori è forse possibile comprendere la profonda spaccatura che sta interessando l’Ucraina. La questione della Crimea e l’instabilità politica hanno favorito lo sgretolamento della società ucraina, frammentazione che potrebbe rispecchiarsi nei risultati elettorali. Nel caso in cui nessuno dei candidati otterrà la maggioranza assoluta dei voti, sarà indetto un secondo turno. È probabile che per conoscere il volto del prossimo Presidente ucraino dovremo aspettare il 21 Aprile.

Tags: elezioniKievUcraina
ShareTweetSend
Giusy Monforte

Giusy Monforte

Giusy Monforte nasce e vive a Catania. Dopo aver conseguito una Laurea di primo livello in Relazioni Internazionali si sposta a Napoli dove potrà approfondire la sua passione per la politica internazionale. In seguito si laurea all’Orientale di Napoli al corso di studi Magistrale in Studi Internazionali con una specializzazione in Islam e Medio Oriente. Ha collaborato con il sito di approfondimento politico “L’Indro” e con la rivista di geopolitica Eurasia.

Articoli correlati

Com’è nato (e perché è fallito) il Memorandum di Budapest
Storia e Religione

Com’è nato (e perché è fallito) il Memorandum di Budapest

di Redazione
9 Maggio 2025
Quale pace passa per Riyad?
Geopolitica

Quale pace passa per Riyad?

di Redazione
26 Marzo 2025
L’Ucraina sostiene ancora Zelens’kyj, con un occhio alle future elezioni
Politica e Istituzioni

L’Ucraina sostiene ancora Zelens’kyj, con un occhio alle future elezioni

di Fabiola Bono
20 Marzo 2025
A che punto è il distacco energetico tra Europa e Russia
Energia e Ambiente

A che punto è il distacco energetico tra Europa e Russia

di Redazione
17 Marzo 2025
Zelens’kyj prima di Zelens’kyj – intervista a Fulvio Scaglione
Recensioni libri

Zelens’kyj prima di Zelens’kyj – intervista a Fulvio Scaglione

di Pietro Figuera
10 Marzo 2025

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Twitter

I nostri temi

  • Geopolitica
  • Politica e Istituzioni
  • Difesa
  • Economia
  • Energia e Ambiente
  • Società e Cultura
  • Diritto e Diritti
  • Storia e Religione

Ci occupiamo anche di

Armenia Azerbaigian Baltici Bielorussia Cina Demografia difesa Diplomazia dossier Economia elezioni elezioni presidenziali Energia Estonia Europa gas geopolitica Georgia Guerra Iran Italia Kazakistan Kirghizistan Lettonia Lituania Medio Oriente Nagorno-Karabakh Nato politica estera Proteste Relazioni internazionali Russia Sanzioni Siria Stati Uniti storia Tagikistan Trump Turchia Turkmenistan Ucraina UE URSS Uzbekistan Vladimir Putin
Osservatorio Russia

Osservatorio Russia raccoglie il testimone del progetto Russia 2018 e si propone di analizzare la realtà geopolitica, economica e sociale dell’area ex sovietica ai fini di una migliore divulgazione, in Italia e non solo.

Scopri di più

Contatti

info@osservatoriorussia.com

Aree

  • Russia
  • Artico
  • Ucraina e Moldova
  • Bielorussia
  • Paesi Baltici
  • Caucaso
  • Asia Centrale

Temi

  • Geopolitica
  • Politica e Istituzioni
  • Difesa
  • Economia
  • Energia e Ambiente
  • Società e Cultura
  • Diritto e Diritti
  • Storia e Religione

Rubriche

  • Recensioni
  • Smolensk
  • L’Orso Polare
  • Le tavole dell’Osservatorio
  • Dietro lo specchio

Newsletter

© 2022 Osservatorio Russia

No Result
Visualizza tutti i risultati
  • Aree
    • Russia
    • Paesi Baltici
    • Bielorussia
    • Ucraina e Moldova
    • Caucaso
    • Asia Centrale
  • Temi
    • Geopolitica
    • Politica e Istituzioni
    • Difesa e Cyber
    • Economia
    • Energia e Ambiente
    • Società e Cultura
    • Diritto e Diritti
    • Storia e Religione
  • Rubriche
    • Recensioni
    • Dietro lo specchio
    • Smolensk
    • L’Orso Polare
    • Le tavole dell’Osservatorio
  • L’Osservatorio
  • Pubblicazioni

© 2022 Osservatorio Russia

Bentornato!

Accedi al tuo account qui sotto

Password dimenticata? Iscriviti

Crea un nuovo account

Compila il form qui sotto per iscriverti

Tutti i campi sono richiesti. Accedi

Recupera la tua password

Inserisci il tuo nome utente o il tuo indirizzo email per resettare la tua password.

Accedi
Vuoi sbloccare questo Dossier?
Sblocchi rimasti : 0
Sei sicuro di voler disdire il tuo abbonamento?