Osservatorio Russia
  • Accedi
  • Registrati
  • Aree
    • Russia
    • Paesi Baltici
    • Bielorussia
    • Ucraina e Moldova
    • Caucaso
    • Asia Centrale
  • Temi
    • Geopolitica
    • Politica e Istituzioni
    • Difesa e Cyber
    • Economia
    • Energia e Ambiente
    • Società e Cultura
    • Diritto e Diritti
    • Storia e Religione
  • Rubriche
    • Recensioni
    • Dietro lo specchio
    • Smolensk
    • L’Orso Polare
    • Le tavole dell’Osservatorio
  • L’Osservatorio
  • Pubblicazioni
sostienici
No Result
Visualizza tutti i risultati
Osservatorio Russia
  • Aree
    • Russia
    • Paesi Baltici
    • Bielorussia
    • Ucraina e Moldova
    • Caucaso
    • Asia Centrale
  • Temi
    • Geopolitica
    • Politica e Istituzioni
    • Difesa e Cyber
    • Economia
    • Energia e Ambiente
    • Società e Cultura
    • Diritto e Diritti
    • Storia e Religione
  • Rubriche
    • Recensioni
    • Dietro lo specchio
    • Smolensk
    • L’Orso Polare
    • Le tavole dell’Osservatorio
  • L’Osservatorio
  • Pubblicazioni
No Result
Visualizza tutti i risultati
Osservatorio Russia
No Result
Visualizza tutti i risultati
Home Politica interna e società russa

Quando spegnere gli incendi (non) è conveniente economicamente

di Francesca Corsetti
7 Settembre 2019
in Politica interna e società russa, Russia
Tempo di lettura: 5 mins read
Quando spegnere gli incendi (non) è conveniente economicamente

Per costruire un impero l’uomo impiega cent’anni; per distruggerlo gli basta un giorno.

(Proverbio cinese)

A quasi tre mesi dal divampare dell’incendio in Siberia, la situazione è ormai sotto controllo. Milioni di ettari di foresta sono ormai andati in fiamme, mentre il governo russo ha arrancato nello spegnimento e le indagini circa i responsabili sono ancora in alto mare.

L’incendio: le cause

Partiamo con ordine. Il primo fattore che è saltato all’occhio è stato il ritardo nell’intervento da parte di Mosca. Come mai? La maggior parte delle fiamme divampa nelle cosiddette “zone di controllo“, di cui alla legge del 2015 sulla selezione delle zone di controllo, approvata dal Ministero dell’ambiente russo. Questa legge prevede che l’amministrazione locale possa decidere di non spegnere l’incendio qualora questo non sia di minaccia per le grandi città e nel caso in cui il costo dei lavori di spegnimento sia economicamente più gravoso rispetto ai danni derivanti dalle fiamme.

Gli ambientalisti avevano fin da subito mostrato perplessità riguardo a questa nuova legge: secondo loro, infatti, non avrebbe fatto altro se non intensificare la stagione annuale degli incendi in Siberia, immettendo un quantitativo maggiore di gas a effetto serra nell’aria. Così come si è verificato quest’estate.

Una legge, questa, che può apparire di poca lungimiranza, soprattutto se legata a quelli che sembrano emergere dalle prime indagini come i colpevoli: i contrabbandieri di legname. Sembrerebbe infatti che si sia creata una vera e propria “mafia del legname“, intenta a disboscare abusivamente ettari di foresta. Il legname verrebbe poi tagliato in segherie abusive ed esportato illegalmente in Cina, mentre le prove verrebbero cancellate innescando incendi che non verranno mai spenti con un intervento umano.

Il Primo Ministro russo Dmitrij Medvedev ha ordinato al governo di esaminare questa normativa quando il Parlamento si riunirà il mese prossimo. Un cambiamento nella legislazione porterebbe sicuramente a dei benefici a favore della lotta contro il cambiamento climatico.

Il Ministero delle Emergenze russo presenta invece una causa aggravante: l’aumento smisurato delle fiamme sembrerebbe dovuto ad un lungo periodo di clima asciutto anticiclonico, che ha prosciugato terre normalmente ricche d’acqua, rendendole così infiammabili (si vede per esempio il caso dei depositi naturali di torba), insieme all’assenza di misure attive per estinguere i focolai nei territori isolati, seguendo il dettame della legge di cui sopra. Tra le cause vengono anche citati eventi naturali, come i fulmini.

Incendio boschivo nell’estremo oriente della Russia.

I soccorsi e le loro criticità

Secondo quanto riportato dal servizio antincendio della Federazione Russa, ad oggi sarebbero stati estinti 31 incendi in un’area di più di 200 ettari. Quelli attivi sono però ancora troppi: 174, per la precisione. Per cercare di spegnere le fiamme sono stati coinvolti 3326 persone e 428 pezzi di equipaggiamento, insieme a una novantina di velivoli per il monitoraggio aereo e per lo spegnimento. È stato inoltre introdotto uno speciale regime antincendio in 42 enti territoriali della Federazione.

L’inquinamento provocato dagli incendi è tale che persino Donald Trump si è interessato alla situazione. L’Ufficio Stampa del Cremlino ha infatti riportato di una telefonata tra i due presidenti nella quale da Washington sarebbe stato proposto un aiuto per contrastare l’incendio. Intanto, visto che le fiamme continuano ad ardere, c’è addirittura chi ipotizza di creare artificialmente le precipitazioni atmosferiche.

Da Greenpeace, infine, arrivano messaggi disarmanti: secondo l’ONG, l’incendio verrà domato soltanto con l’inizio delle piogge.

Le terribili conseguenze sul clima

L’impasse del governo russo nel risolvere la gravosa situazione ha forti ripercussioni sulle città vicine all’incendio. Diversi centri abitati si trovano ormai sotto cappe di fumo irrespirabile, con gli abitanti che fuggono dalle proprie case.

Senza contare, ça va sans dire, la morte di tantissimi animali selvatici, bruciati vivi nel tentativo di mettersi in salvo dalle fiamme.

L’European Space Agency (ESA) ha documentato la catastrofe causata dalle fiamme grazie alle immagini catturate dai satelliti Copernicus-Sentinel 3: I roghi stavano immettendo, al momento delle foto (così come tuttora), grandi quantità di CO2 in atmosfera oltre che particolato, causando gravosi problemi nelle zone di Tomsk, Kemerovo, Altaj e Novosibirsk.

Una curiosità: il Finnish Meteorological Institute ha calcolato che la nuvola di fumo derivante dall’incendio in Siberia ricopre un’area più vasta rispetto alla superficie dell’Unione europea intera (si parla di 7 mln di km2, contro i 4,5 mln dell’Ue).

La situazione della Siberia è sicuramente gravissima per diversi motivi. Non soltanto perché si va ad unire agli incendi in Groenlandia, Alaska e Canada (per citare solo gli incendi nell’emisfero nord), con la distruzione di interi ecosistemi naturali, ma anche perché funge da indicatore delle tangibili conseguenze del cambiamento climatico. Soltanto in Siberia, infatti, nelle zone dei focolari sono state registrate temperature di 10° superiori alla media.

Fuoco e fiamme incombono sulla Federazione russa.

La mancanza di tempestività negli interventi porterà, secondo alcuni esperti, a conseguenze sul clima non soltanto per la Russia, ma ovviamente per tutto il pianeta. Il cambiamento climatico, in questo senso, si pone come concausa e allo stesso tempo effetto dei roghi. Da un lato, infatti, le temperature insolitamente alte facilitano il divampare delle fiamme. Dall’altro, tuttavia, incendidi tali dimensioni immettono nell’aria quantità enormi di CO2 e di black carbon, particelle nere che possono andare a depositarsi sui ghiacciai riducendo l’albedo (potere riflettente), così da facilitare l’assorbimento di calore e il loro conseguente scioglimento.

“I veleni abbracceranno la Terra come un focoso amante. E nel mortale  abbraccio, i cieli avranno l’alito della morte e le fonti non daranno più che acque amare e molte di queste acque saranno più tossiche del sangue marcio del serpente. Gli uomini moriranno di acqua e di aria, ma si dirà che sono morti di cuore e di reni.”

Rasputin 

Tags: climate changeincendioinquinamentoRussiaSiberia
ShareTweetSend
Francesca Corsetti

Francesca Corsetti

Laureata in giurisprudenza, doppio titolo in diritto italo-francese, presso l’università di Bologna. Dopo aver passato un anno e mezzo a Parigi per ottenere la Licence en droit e il Master 2 en droit bilingue e per svolgere uno stage presso l’Osservatorio europeo del plurilinguismo, è rientrata a Bologna per terminare la propria tesi sulle sanzioni economiche europee applicate alla Russia. È particolarmente interessata al diritto europeo, soprattutto per quanto riguarda l’azione esterna dell’Unione. Per questo, ha svolto un tirocinio presso l’Ufficio d’informazione in Italia del Parlamento europeo a Roma. Ha un’ottima conoscenza dell’inglese e del francese e da qualche tempo ha iniziato lo studio del russo.

Articoli correlati

In Medio Oriente Putin tenta di salvare il salvabile
Dietro lo specchio

In Medio Oriente Putin tenta di salvare il salvabile

di Redazione
25 Giugno 2025
Mosca e il Vaticano dopo Francesco
Storia e Religione

Mosca e il Vaticano dopo Francesco

di Redazione
17 Maggio 2025
9 maggio, dov’è la Vittoria?
Editoriale

9 maggio, dov’è la Vittoria?

di Pietro Figuera
10 Maggio 2025
Com’è nato (e perché è fallito) il Memorandum di Budapest
Storia e Religione

Com’è nato (e perché è fallito) il Memorandum di Budapest

di Redazione
9 Maggio 2025
Russia e Bielorussia, a che punto è lo Stato dell’Unione?
Politica e Istituzioni

Russia e Bielorussia, a che punto è lo Stato dell’Unione?

di Redazione
6 Maggio 2025

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Twitter

I nostri temi

  • Geopolitica
  • Politica e Istituzioni
  • Difesa
  • Economia
  • Energia e Ambiente
  • Società e Cultura
  • Diritto e Diritti
  • Storia e Religione

Ci occupiamo anche di

Armenia Azerbaigian Baltici Bielorussia Cina difesa Diplomazia dossier Economia elezioni elezioni presidenziali Energia Estonia Europa gas geopolitica Georgia Guerra Iran Italia Kazakistan Kirghizistan Lettonia Lituania Medio Oriente Nagorno-Karabakh Nato politica estera Proteste Relazioni internazionali Russia Sanzioni Siria Stati Uniti storia Tagikistan Trump Turchia Turkmenistan Ucraina UE URSS USA Uzbekistan Vladimir Putin
Osservatorio Russia

Osservatorio Russia raccoglie il testimone del progetto Russia 2018 e si propone di analizzare la realtà geopolitica, economica e sociale dell’area ex sovietica ai fini di una migliore divulgazione, in Italia e non solo.

Scopri di più

Contatti

info@osservatoriorussia.com

Aree

  • Russia
  • Artico
  • Ucraina e Moldova
  • Bielorussia
  • Paesi Baltici
  • Caucaso
  • Asia Centrale

Temi

  • Geopolitica
  • Politica e Istituzioni
  • Difesa
  • Economia
  • Energia e Ambiente
  • Società e Cultura
  • Diritto e Diritti
  • Storia e Religione

Rubriche

  • Recensioni
  • Smolensk
  • L’Orso Polare
  • Le tavole dell’Osservatorio
  • Dietro lo specchio

Newsletter

© 2022 Osservatorio Russia

No Result
Visualizza tutti i risultati
  • Aree
    • Russia
    • Paesi Baltici
    • Bielorussia
    • Ucraina e Moldova
    • Caucaso
    • Asia Centrale
  • Temi
    • Geopolitica
    • Politica e Istituzioni
    • Difesa e Cyber
    • Economia
    • Energia e Ambiente
    • Società e Cultura
    • Diritto e Diritti
    • Storia e Religione
  • Rubriche
    • Recensioni
    • Dietro lo specchio
    • Smolensk
    • L’Orso Polare
    • Le tavole dell’Osservatorio
  • L’Osservatorio
  • Pubblicazioni

© 2022 Osservatorio Russia

Bentornato!

Accedi al tuo account qui sotto

Password dimenticata? Iscriviti

Crea un nuovo account

Compila il form qui sotto per iscriverti

Tutti i campi sono richiesti. Accedi

Recupera la tua password

Inserisci il tuo nome utente o il tuo indirizzo email per resettare la tua password.

Accedi
Vuoi sbloccare questo Dossier?
Sblocchi rimasti : 0
Sei sicuro di voler disdire il tuo abbonamento?