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Home Artico

L’Orso bi-polare

di Redazione
4 Febbraio 2021
in Artico, L'Orso Polare, Russia
Tempo di lettura: 5 mins read
Orso-Polare-colorata.jpg
Se l’Orso è polare, sarà anche antartico? Dialoghi da un futuro non troppo lontano.
Terza puntata de L’Orso Polare, la rubrica artica di Marco Leone. In collaborazione con Osservatorio Artico.​
​

2030. Rompighiaccio nucleare russo al largo della circondario autonomo della Čukotka, Mare di Ciutkci. L’ammiraglio e un marinaio dialogano sul più e sul meno.

Amm. Beringov: “Forza ragazzi, ancora poche miglia e ci siamo”.

Mozzo: “Finalmente! È così frustrante vedere la costa e sentirla allo stesso tempo così lontana!”.

Amm. Beringov: “Già… in questi porti non vale la pena fermarsi: poca gente e poco commercio. E il permafrost è una poltiglia inaffidabile“.

Mozzo: “Meno male che abbiamo saputo sfruttare le risorse sulla costa”.

Amm. Beringov: “Infatti… e senza i soldi di cinesi e giapponesi non ci saremmo riusciti… la loro tecnologia ci è stata di grande aiuto… meno male che fanno a gara a chi investe di più…”

Mozzo: “Sbalorditivi questi asiatici. Pensare che i cinesi hanno avuto da noi l’atomica e i nipponici fino a nemmeno duecento anni fa erano un popolo semi-medievale…”.

Amm. Beringov: “Per San Cirillo! Grazie alla lezione di Tsushima oggi sappiamo che il mare va governato, sennò ti affonda!”.

Mozzo’ “Per San Metodio! Avesse avuto mio nonno dei litorali caldi ora navigheremmo in tutt’altre acque…”.

Amm. Beringov: “Non disperare, marinaio, la dura esperienza a queste latitudini ci privilegia nell’altro Polo!”.

Mozzo: “Non vedo l’ora di traghettarci in Antartide e sciorinare il nostro tricolore tra i pinguini!”.

Amm. Beringov: “Per di più siamo ad energia atomica. Inesauribile. Ha visto giusto il governo nel continuare a puntarci, ora ne abbiamo da vendere. Le nostre centrali galleggianti, poi, invulnerabili a sismi e tsunami, sono andate a ruba, soprattutto quando le abbiamo abbinate alla miniaturizzazione e adattate a tutti i climi”.

Mozzo: “Ci può giurare, Ammiraglio! Da quando gli orientali hanno optato per la svolta green noi siamo loro ottimi fornitori”.

Amm. Beringov: “Eh… i cinesi contavano su Kavenfjeld in Groenlandia per aumentare l’arsenale atomico, ma lo Zio Sam ha congelato tutto, è il caso di dire… così non gli rimane che il Congo e noi”.

Mozzo: “Ma noi ci siamo specializzati in reattori nucleari in acque fredde, la Lomonosov è stata solo l’inizio, e l’Antartico mica sta in Equatore!”

Amm. Beringov: “Ben detto, mozzo! È stato assai opportuno posizionarvi basi scientifiche, soprattutto quella di Bellingshausen, vicino alle omologhe argentine. Il lungimirante lavoro di penetrazione dei cinesi ha pagato.”

​Mozzo: “Già… si sono impegnati in Argentina per tempo, facendone una porta sia per il Sudamerica sia per l’altro Polo. Tutto cominciò quando Buenos Aires aderì alla Banca asiatica d’investimento per le infrastrutture (Aiib). Gente che sa tessere la tela, gli Han…”.

Amm. Beringov: “Era solo questione tempo: il Protocollo di Madrid del Trattato Antartico non poteva reggere per cinquant’anni: il mondo è cambiato dal 1991!”.

Mozzo: “Le sorti hanno giocato a nostro favore: gli Yankee hanno congelato l’Artico occidentale, rinunciando a trivellare, così gli unici che sanno fare exploiting in acque gelate siamo noi, cinesi e giapponesi a rimorchio, e i norvegesi, che peraltro vantano storiche mire territoriali nel Polo meridionale”.

Amm. Beringov: “E non dimentichiamo gli italiani. Anche se i nordamericani li hanno chiamati a schierarsi contro la Cina, con noi sono sempre rimasti amichevoli. I norvegesi non hanno avuto rèmore ad accoglierli nel business degli idrocarburi e poi… gli italici fanno sempre simpatia…”.

Mozzo: “Inglesi, australiani e neozelandesi volevano bloccare tutto per conto di Washington. Ma l’Europa franco-tedesca, emancipatasi finalmente ma sempre povera di risorse, aveva bisogno (di nuovo) di vivere di vita propria…”.

Amm. Beringov: “Gli Stati Uniti si sono sempre creati i propri problemi da sé: prima hanno arricchito la Cina, facendone la fabbrica del mondo e perdendo in capacità industriale, poi hanno accerchiato il cuore dell’Europa tra UK, Scandinavia, Trimarium, Grecia e Italia, dandole una nuova sfida”.

Mozzo: “Ammiraglio! Si intravede lo Stretto di Bering! Possiamo stare tranquilli?!?”

Amm. Beringov: “Non preoccuparti, mozzo. La forte marina dell’Imperatore del Gelsomino veglia insieme a noi sul punto di transito della propria diversificazione energetica. È stato un bene concedergli le Curili: i nipponici hanno avuto la loro Pace e noi abbiamo acquistato un importante amico: questo Mare e questo stretto sono nostri, ormai! Hai sentito della proposta di legge per rinominare lo Stretto? Si chiamerà Bjering: suona molto più russo, no?!”

Marco Leone


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