Le recenti mosse del presidente della repubblica lituano, Gitanas Nauseda, sembrano indicare uno slittamento verso destra del Paese baltico, soprattutto in tema di diritti civili. In politica estera, Vilnius sta rinsaldando i legami con la Polonia e prendendo sempre più le distanze dall’ingombrante Bielorussia di Lukashenko.
Lo scorso 22 giugno, i rappresentanti degli Stati membri dell’Unione Europea hanno espresso il loro disappunto a proposito di una legge appena approvata dal governo ungherese, che tra i punti salienti poneva il divieto di affrontare temi legati all’omosessualità a scuola e in tutti gli ambienti pubblici accessibili ai minori, comprese la programmazione televisiva, la pubblicità e il cinema.
Sono 17 gli Stati membri dell’UE che hanno firmato la lettera indirizzata alla Commissione Europea per portare l’Ungheria davanti alla Corte di Giustizia, attraverso una procedura disciplinare contemplata nel Trattato di Lisbona – che consente di punire qualunque violazione dei diritti umani, della democrazia, della libertà e dell’uguaglianza tra gli individui, principi cardine della stessa Unione Europea. Tra i 17 firmatari c’è anche Arnoldas Pranckevicius, vice ministro degli affari esteri lituano. Il presidente della Repubblica, Gitanas Nauseda, ha invece rifiutato di controfirmare il documento, sostenendo che Pranckevicius avrebbe deciso di sottoscrivere di sua iniziativa. “Sono convinto che i problemi non si risolvano per lettera”, ha dichiarato Nauseda, che ha poi commentato che probabilmente i rappresentanti degli Stati europei firmatari non avevano nemmeno letto il contenuto della legge, e che nessuno dovrebbe intromettersi negli affari interni di un altro Stato. A non firmare la lettera sono stati anche Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Romania, Bulgaria e Croazia.
La decisione del presidente ha scatenato reazioni contrastanti all’interno del Paese: secondo il leader dei Contadini e dei Verdi di Lituania, Ramunas Karbauskis, che rappresenta il primo partito d’opposizione del Paese, la posizione di Nauseda rispecchierebbe l’opinione della maggioranza del popolo lituano (che negli ultimi sondaggi gli ha attribuito il 75% dei consensi), mentre la leader dei liberali Viktorija Cmilyte-Nielsen sostiene che con l’ingresso nell’UE la Lituania avrebbe scelto di sposare i valori del rispetto della diversità, dei diritti umani, della tolleranza e della non discriminazione. Nel 2009 la Lituania aveva promulgato a sua volta una legge in difesa dei minori contro la “promozione delle relazioni omosessuali, bisessuali e poligame”, e aveva in tal modo attirato l’attenzione della comunità LGBT+ internazionale.
Al momento della sua elezione, nel maggio 2019, Gitanas Nauseda era considerato il politico più stimato del Paese, oltre che l’erede ideologico di Valdas Adamkus, il presidente più amato nella storia della Lituania indipendente, leader dei repubblicani cresciuto negli Stati Uniti. Come Adamkus, Nauseda è un indipendente ed un conservatore di centro-destra. Economista, prima di diventare presidente della Repubblica ha ricoperto il ruolo di direttore della Banca di Lituania.
In seguito al dibattito sulla legge di Orban, si sono levate alcune voci che sostengono che il presidente lituano si stia spostando sempre di più verso posizioni di estrema destra, soprattutto in politica estera. Dalla sua elezione, Nauseda non ha mai fatto mistero di voler rafforzare significativamente il legame tra Lituania e Polonia, con Varsavia che guarda a Vilnius come sua stretta alleata: già nel 2019, la Lituania si era espressa contro il tentativo da parte della Commissione Europea di introdurre sanzioni contro la Polonia, ritenuta rea di imporre controllo politico sull’operato dei giudici del Paese. Inoltre, nel 2020, entrambi i Paesi avevano accusato il presidente russo Putin di revisionismo storico sui fatti della Seconda guerra mondiale, in occasione del V forum mondiale sull’Olocausto.
La scorsa settimana, Nauseda ha incontrato proprio la ministra degli esteri Elzbieta Witek, esponente del PIS (partito nazionalista e conservatore della destra polacca, che al momento è alla guida del governo e detiene un’ampia maggioranza di voti e di consenso). L’incontro si è incentrato sul tema della sicurezza all’interno della regione, e i due Paesi hanno ribadito di condividere le stesse posizioni in materia di sicurezza e di difesa: è necessario, a loro giudizio, che i rapporti tra i membri della NATO si facciano più stretti, nell’ambito del supporto e della cooperazione reciproca. I due Paesi hanno anche manifestato la loro vicinanza all’Ucraina e alla Georgia, i Paesi “sotto attacco” da parte della Russia.
La pericolosa vicinanza del vicino russo e la minaccia che esso rappresenta sono temi sempre caldi sia per Vilnius che per Varsavia. Nel corso del summit della NATO tenutosi pochi giorni fa a Bruxelles, Nauseda ha ribadito che è necessario essere molto chiari con Mosca, restare uniti e reagire alle provocazioni che giungono dal Cremlino. Secondo il presidente lituano, la NATO dovrebbe incrementare i suoi sforzi per una difesa che sia (davvero) collettiva, anche attraverso un maggior dispiegamento di uomini e mezzi nella regione per garantire la sicurezza degli stati minacciati dalla Russia. Ha sottolineato inoltre che servono piani concreti da attuare in caso si renda necessario rispondere a qualsiasi azione o provocazione da parte di Mosca, inclusi il piano militare e quello della sicurezza informatica. In risposta, il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, ha dichiarato che le relazioni con la Russia hanno toccato i livelli di massima allerta dalla Seconda guerra mondiale, e che l’Organizzazione Atlantica non intende ritirare gli uomini dislocati negli Stati Baltici e in Polonia dal 2017.
Anche sulla Bielorussia il presidente Nauseda ha sempre dimostrato di avere le idee chiare: già critico circa la sicurezza della centrale nucleare di Astravyets, situata proprio al confine tra i due Paesi, nell’agosto del 2020 ha accolto la dissidente Svetlana Tikhanovskaya e i suoi figli, e ha ordinato – insieme a Lettonia e Polonia – l’apertura dei confini con la Bielorussia per scopi umanitari. In seguito, ha dichiarato di non riconoscere Lukashenko come leader legittimo dello Stato della Bielorussia. Infine lo scorso 23 maggio, a seguito del dirottamento del volo Ryanair 4578 e l’arresto di due dissidenti da parte di Lukashenko, Nauseda e i suoi colleghi di Estonia e Lettonia hanno dichiarato di non ritenere sicuro lo spazio aereo bielorusso.
Guendalina Chiusa