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Home Geopolitica

L’Azerbaigian cerca il primato tra gli Stati turchi

di Redazione
8 Agosto 2025
in Asia Centrale, Caucaso, Geopolitica
Tempo di lettura: 6 mins read
L’Azerbaigian cerca il primato tra gli Stati turchi

Summit dei Capi di Stato dell'OST a Samarcanda, Uzbekistan, 2022. Fonte: President.az

Baku sta acquisendo crescente rilievo in diversi consessi internazionali. In particolare, si è ritagliata un ruolo di primo piano all’interno dell’Organizzazione degli Stati Turchi, che sfrutta come piattaforma di soft power e sviluppo economico.

Negli ultimi anni, l’Azerbaigian ha assunto una posizione centrale nell’Organizzazione degli Stati Turchi (OST), divenendo uno dei principali promotori di un’integrazione regionale tra le repubbliche turcofone dell’Eurasia. La trasformazione dell’ex Consiglio di Cooperazione degli Stati Turcofoni (istituito nel 2009) in una struttura più formalizzata e ambiziosa quale l’OST nel 2021 riflette una nuova stagione politica nell’area post-sovietica, dove la dimensione linguistico-culturale si intreccia con obiettivi strategici, economici e geopolitici. L’Azerbaigian, ponte naturale tra l’Asia Centrale e il Caucaso Meridionale, ha saputo sfruttare questo spazio multilaterale per rafforzare la propria identità culturale e ampliare il proprio margine di manovra internazionale, rafforzando l’asse con Ankara e affermandosi come attore regionale autonomo.

Origini e architettura istituzionale dell’OST: il ruolo fondativo dell’Azerbaigian

L’OST nasce nel 2009 con la firma della Dichiarazione di Nakhchivan, che istituisce formalmente il Consiglio di Cooperazione degli Stati Turcofoni. I firmatari originari — Azerbaigian, Turchia, Kazakistan e Kirghizistan — pongono le basi di un’organizzazione intergovernativa con vocazione culturale e linguistica, ma sin da subito dotata di un potenziale strategico in ottica geopolitica. Nel novembre 2021, il Consiglio viene rinominato ufficialmente Organizzazione degli Stati Turchi, in concomitanza all’adesione dell’Uzbekistan e all’ingresso di Ungheria e Turkmenistan come osservatori. Il nuovo statuto prevede l’istituzione di una segreteria generale, una Assemblea parlamentare turca (TurkPA) ed un Consiglio degli Affari Esteri, nonché la convocazione di summit annuali tra i capi di Stato. L’Azerbaigian è membro fondatore e sede di molte iniziative multilaterali, inclusi gli incontri TurkPA e numerosi forum culturali ed economici; la sua influenza all’interno dell’OST si è inoltre consolidata dopo la vittoria nel Karabakh del 2020, che ha accresciuto il peso geopolitico di Baku nel Caucaso meridionale. In questa cornice, l’Azerbaigian ha promosso il rafforzamento della diplomazia parlamentare, riconoscendo nel TURKPA una piattaforma fondamentale per armonizzare legislazioni e sostenere la coesione politica tra i membri. Come recentemente sottolineato dalla presidente del Parlamento azero Sahiba Gafarova, il TURKPA rappresenta un foro legislativo di rilievo, ma soprattutto un attore strategico capace di definire l’agenda normativa e politica dell’area turcofona. Secondo Gafarova, l’OST va intesa non solo come alleanza interstatale, ma come spazio civilizzazionale unito da lingua, storia e valori spirituali comuni. Questa visione, fortemente sostenuta da Baku, contribuisce a rafforzare la legittimità culturale dell’integrazione regionale turcofona e a proiettarla nel XXI secolo come orizzonte politico condiviso.

Sahiba Gafarova, speaker del Milli Majlis (assemblea parlamentare azera). Fonte Azertag.az

Politica estera e strategia di bilanciamento

La politica estera azera è tradizionalmente multivettoriale: Baku mantiene relazioni pragmatiche con attori diversi e spesso in competizione tra loro, come Russia, Iran, Turchia, Unione Europea e Stati Uniti. L’OST si inserisce in questa strategia come strumento di equilibrio geopolitico, permettendo all’Azerbaigian di rafforzare la propria autonomia all’interno di un’alleanza culturale e politica affine, senza integrarsi in blocchi dominati da potenze rivali. La cooperazione con la Turchia è stata rafforzata nel 2021 con la firma della Dichiarazione di Shusha, che istituzionalizza un partenariato strategico e prevede assistenza reciproca in caso di minacce esterne. L’OST diventa così una cornice multilaterale nella quale Ankara e Baku agiscono come assi portanti di un nuovo ordine regionale turcofono. Dopo l’invasione russa dell’Ucraina, l’Azerbaigian ha rivisto le proprie priorità strategiche. Il nuovo contesto internazionale ha accelerato lo sviluppo di relazioni più strette con l’Asia Centrale e una maggiore integrazione infrastrutturale ed economica tra i membri dell’OST, nel tentativo di costruire una rete regionale meno esposta alle dinamiche geopolitiche di Mosca e Teheran. L’integrazione turcofona consente quindi a Baku di contenere l’influenza iraniana nel sud del Paese e di moderare la dipendenza da Mosca, specie nel contesto post-2022 segnato dall’isolamento internazionale della Russia. La cooperazione culturale e infrastrutturale promossa dall’OST rappresenta per l’Azerbaigian una leva diplomatica preziosa, offrendo un’alternativa strategica alle tradizionali alleanze bilaterali senza entrare in rotta di collisione diretta con le grandi potenze e rafforzando la propria resilienza geopolitica.

Cultura e soft power: la diplomazia simbolica turcofona

La dimensione culturale è la base su cui si fonda l’OST, e l’Azerbaigian gioca un ruolo di primo piano nella promozione dell’identità turcofona condivisa. Baku è uno dei sostenitori dell’adozione di un alfabeto latino unificato per tutti gli Stati membri, sulla base della riforma linguistica adottata in Azerbaigian nel 1992. Numerose iniziative educative sono state lanciate sotto l’egida dell’OST: la produzione di libri di testo comuni in storia e lingua turca, programmi di scambio accademico, e la proposta di creare un’università turcofona con sede a Baku. Il sito del Topchubashov Center –think tank indipendente con sede a Baku- documenta molti di questi sviluppi. Eventi come la Settimana della Lingua Turca, il Festival Mondiale della Cultura Turca, e le celebrazioni comuni di Nevruz consolidano la diplomazia culturale azera, rafforzando la sua immagine di custode dell’identità turca eurasiatica.

Festeggiamenti del Nevruz – festa di primavera celebrata in tutto il mondo turco oltre che Iran ed Albania – a Kars, Turchia, 2025. Fonte: Daily Sabah

Sicurezza, difesa e cooperazione militare

L’OST non è un’alleanza militare, ma la sicurezza è un tema emergente nei vertici dell’organizzazione. Dopo il conflitto del 2020, l’Azerbaigian ha intensificato la cooperazione difensiva con la Turchia tramite la Dichiarazione di Shusha, che prevede anche esercitazioni congiunte e scambio d’intelligence. Tra il 2021 e il 2024, Baku ha ospitato numerose manovre militari con partecipazione di Turchia, Kazakistan e Kirghizistan, focalizzate su scenari di difesa territoriale e risposta rapida. L’ipotesi di una forza militare congiunta in ambito OST è stata menzionata in più summit, sebbene non formalizzata. Parallelamente, cresce la cooperazione sulla cybersecurity e la protezione delle infrastrutture energetiche (gasdotti, snodi logistici, porti), considerate obiettivi strategici. L’Azerbaigian promuove la creazione di meccanismi collettivi di risposta a incidenti critici, sulla base delle esperienze condivise con Ankara.

Sfide, limiti e prospettive future

Nonostante i progressi, l’OST e il ruolo azero al suo interno devono affrontare numerose sfide. In primo luogo, l’equilibrio tra Ankara e Baku è delicato: l’influenza crescente della Turchia rischia di oscurare l’autonomia decisionale degli altri membri. Baku cerca quindi di proporsi come partner di pari rango, non come junior partner. In secondo luogo, l’ostilità implicita di Russia e Iran verso l’espansione del pan-turchismo genera frizioni. Teheran teme effetti sulla minoranza azera interna, mentre Mosca vede l’OST come potenziale concorrente della propria Unione Economica Eurasiatica. Inoltre, le divergenze economiche e istituzionali tra i membri possono rappresentare un ostacolo alla costruzione di un’integrazione profonda. Pur condividendo elementi culturali e religiosi, i Paesi dell’Asia Centrale operano all’interno di sistemi politici molto più verticali rispetto all’Azerbaigian, che pur rimanendo un Paese fortemente autoritario, può vantare una maggiore apertura commerciale e diplomatica. Tuttavia, la capacità di Baku di mediare e mantenere coesione sarà cruciale per la tenuta dell’organizzazione. Le prospettive restano solide: l’eventuale adesione del Turkmenistan come membro pieno, lo sviluppo di un Fondo di Sviluppo Turcofono, l’espansione dei corridoi digitali, e una maggiore istituzionalizzazione in ambito difensivo aprono nuove strade. In questo contesto, l’Azerbaigian si candida come architetto di una nuova Eurasia culturale, logistica e strategica.

Virginia Gatto

Tags: AzerbaigianMar CaspioNagorno-KarabakhRussiaTurchiaUzbekistan
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